Blog | SEO

24/04/15

Guida all’ottimizzazione SEO on page

Ottimizzare un sito per i motori di ricerca è un’attività che può variare di molto a seconda del tipo di portale o blog su cui si lavora: ognuno di essi possiede, infatti, delle “esigenze” diverse.

La modifica di title e meta description fa parte delle attività cosiddette SEO on-page: prima di farle però, è bene individuare un target di riferimento (pubblico) del sito e solo dopo finalizzare le nostre attività. Se saltiamo uno di questi step, infatti, rischiamo di trovarci in seria difficoltà nel seguito pertanto, per una corretta ottimizzazione SEO è necessario:

  • Capire il pubblico: dobbiamo ovvero chiederci cosa stia cercando il nostro “profilo di visitatore” ideale. Per esempio, se il nostro obiettivo è ottimizzare un sito di ecommerce, dovremo fare mente locale sulle ricerche più comuni che possono portare ai prodotti da parte dei potenziali interessati.
  • Definire lo scopo delle pagine: se il sito è gestito male dal punto di vista editoriale, è probabile che molte pagine siano difficili o impossibili da raggiungere mediante motore di ricerca. E’ un problema da risolvere.
  • Ottimizzare title e meta-description: se si effettuano modifiche sul campo title – ad esempio il titolo dell’articolo o della pagina – sulla meta-description o anche sul generico contenuto di una pagina, l’obiettivo deve essere quello di massimizzare la pertinenza tra le query di ricerca “ideali” ed il contenuto della stessa.
  • Ottimizzare gli altri elementi della pagina: come meta tags, keywords, tag H1, attributi alt e title

16/02/15

Responsive Design: come e perchè realizzare siti responsive?

Il tuo sito è Responsive? I tuoi visitatori riescono ad accedere comodamente da qualunque dispositivo? La parola d’ordine è mobilità, fornire applicazioni, soprattutto web, su qualunque dispositivo, in qualunque angolo del mondo.

Il Responsive Design si ottiene attraverso l’integrazione di strumenti già a disposizione da qualche anno: JavaScript, in particolar modo la libreria jQuery, e il CSS3. Serve inoltre un pizzico di organizzazione e studio, prima di iniziare a scrivere il codice, per disporre correttamente i contenuti all’interno delle pagine.

Il termine Responsive in italiano è traducibile come capacità di adattarsi, e nel caso del web è evidente che debbano essere i contenuti ad adattarsi in larghezza e altezza al proprio contenitore fisico, il display.

Dal lato CSS e HTML, in pratica il codice dovrà essere scritto per più dispositivi, o meglio per più tipologie di risoluzioni del display.

In che modo scrivere il CSS? Prima di iniziare a scrivere il codice è necessario analizzare i layout grafici del sito progettati per i vari dispositivi ed evidenziare gli elementi in comune e quelli più importanti. Questi elementi comuni possono essere il background, il colore dei testi e dei link, i bordi delle immagini, per citarne solo alcuni. I più importanti sicuramente il logo, la barra di navigazione, e il contenuto principale della pagina.

La strada migliore che possiamo intraprendere per realizzare siti Responsive è usare il CSS3. In questo caso non sarà necessario scrivere più fogli di stile, ma ne basterà uno solo. La prima parte di codice va riservata agli elementi in comune e poi occorre suddividere il resto del codice per tipologia di display.

Leggi anche l’articolo originale.

20/05/14

Una Landing Page di successo

Di seguito un’ottima guida per la creazione di una landing page di successo, ovvero ad alto tasso di conversione. La progettazione di una buona landing page (il cui scopo principale magari è pubblicizzare o vendere un prodotto o servizio) è un’operazione che richiede una certa cura.
In particolare ci sono alcuni elementi che andrebbero rispettati:

  1. Headline: deve essere chiara e concisa; non sempre la headline più creativa è quella che riesce a vendere di più. Un sottotitolo aiuterà a dare ulteriori informazioni al visitatore (ad esempio, benefit del prodotto).
  2. Immagine o Video: devono essere contenuti di ottima qualità, con lo scopo di illustrare maggiormente le caratteristiche del prodotto o del servizio. Dovrebbero essere dei “piccoli capolavori” di grafica.
  3. Benefit: meglio esporli in forma sintetica e puntuale (ad esempio, con una bullet list).
  4. Call to Action: occorre focalizzare l’attenzione dell’utente sull’unica azione disponibile, in maniera chiara e possibilmente accattivante (es. “crea un evento”, “iscriviti e pubblica gratuitamente”, “leggi il case study”, …).
  5. Limite della pagina: occorre fare in modo che tutte le informazioni più importanti cadano al di sopra del limite della pagina. L’80% degli utenti non leggerà oltre…
  6. Link di navigazione: meglio ridurli al minimo e privilegiare la semplicità. L’utente non deve avere troppe opzioni e distrazioni.
  7. Descrizione: a questo punto si può inserire una descrizione completa del prodotto (anche in questo caso semplice e realistica, senza fronzoli o termini altisonanti).
  8. Testimonials: si possono aggiungere immagini e testi di testimoni (reali) che utilizzano il prodotto o servizio, al fine di acquistare fiducia agli occhi dei visitatori.
  9. Trust Elements: ad esempio il logo delle aziende che ti hanno scelto e dei numeri che possano aumentare l’autorevolezza della tua pagina.

Courtesy of: Quick Sprout
18/10/13

Prima posizione su Google: non è sempre una priorità!

podio

Il mito della prima posizione su Google… parzialmente sfatato! Non sempre infatti la prima posizione su Google rappresenta un reale vantaggio rispetto ad una qualsiasi altra (rispettabilissima) posizione in prima pagina.
Di certo è importante, più che ottimizzare ossessivamente, non perdere mai di vista l’obiettivo primario dell’ottimizzazione stessa, ovvero ottenere risultati compatibili con le proprie campagne di web marketing.
In una parola: incrementare la propria capacità di vendita e aumentare la diffusione del brand.

In quest’ottica un indicatore più rilevante è il CTR (Click-Through Rate), che esprime la percentuale di click rispetto al numero di visualizzazioni di un insieme di pagine per un certo risultato, ed è considerato ottimale se si aggira almeno attorno al 3-4%. Ad esempio è quasi perfettamente inutile avere un CTR del 100% per una sola parola (ad esempio il nome del brand) e un CTR prossimo a zero per le altre parole ricercate.
Ciò posizionerebbe sì in prima pagina e darebbe buona visibilità per quella query di ricerca, ma renderebbe praticamente “sconosciuto” il sito rispetto a tutte le altre possibili query di ricerca. Risultato certamente non desiderabile.

L’obiettivo è quindi di migliorare il ranking rispetto a quante più possibili query di ricerca, analizzando sempre i risultati nel complesso e non concentrandosi soltanto su certi termini di ricerca.

Leggi anche l’articolo originale.

11/07/13

Aggiornamenti algoritmici di Google, la mappa completa

Dagli autori di Web in Fermento pubblico un ottimo schema per ricordare, uno dopo l’altro, gli aggiornamenti algoritmici di Google fino al 2012. Il documento è davvero interessante e completo, buona consultazione!

Google-algoritmi-infografica-ITA

10/07/13

Google+ per il web marketing e la SEO

Google+ ha fatto registrare di recente il sorpasso di Twitter nella corsa al social network più utilizzato piazzandosi al secondo posto dietro Facebook. Google è già detentore del migliore motore di ricerca, della mail più utilizzata del pianeta e di YouTube, pertanto il social network è stato un passaggio obbligato e dal successo assicurato.

Quello che distingue Google+ da Facebook e Twitter è l’ormai certa influenza nei risultati (SERP) delle ricerche organiche attraverso la somma di una serie di fattori che indicano la popolarità e il livello di engagement di un autore sul web, alcuni di questi sono:

  1. Livello di engagement sul profilo Google+
  2. Numero di +1 e condivisioni per ogni post/articolo pubblicato dall’autore
  3. Numero di cerchie Google+ in cui l’autore è inserito
  4. Frequenza di pubblicazione presso i Blog
  5. Authority dei siti presso i quali l’autore scrive
  6. Numero di commenti per post

L’intenzione di Google sembrerebbe tutta incentrata nel togliere peso ai siti per darlo agli autori, che ne decreteranno il successo essendo essi stessi portatori e garanti di qualità e sicuro engagement…

Leggi anche l’articolo originale.

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